Trattamento dell’insonnia pediatrica

9 Mag 2023 ARTICOLI

L’insonnia pediatrica è una patologia molto frequente, che può impattare negativamente sulla salute del bambino. E’ stato riportato che la sua prevalenza nella prima infanzia varia dal 10% al 50% ed è ancora più frequente nei bambini con disturbi dello sviluppo neurologico o psichiatrici. La prevalenza dell’insonnia è aumentata negli ultimi anni in bambini ed adolescenti, in rapporto alla scarsa aderenza alle regole di igiene del sonno, alle alterazioni del ritmo circadiano con frequente deprivazione ipnica e all’impiego spropositato di dispositivi elettronici.

L’insonnia, inoltre, può essere associata ad eccessiva sonnolenza diurna, calo delle performance scolastiche e degli interessi, problemi relazionali con i coetanei, disturbi dell’umore. Infine, una cattiva qualità del sonno può predisporre a problematiche di tipo infettivo, immunologico, cognitivo e cardiovascolare.

Si può dunque comprendere l’importanza che rivestono la prevenzione e l’opportuno trattamento di questo disturbo nei bambini e negli adolescenti. Tuttavia, al momento, escludendo la terapia cognitivo-comportamentale, mancano linee guida (come le approvazioni/indicazioni della Food and Drug Administration) inerenti alla farmacoterapia pediatrica del sonno.

A tal proposito, la Rivista RIPPS (rivista ufficiale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) ha dedicato un articolo sul trattamento dell’Insonnia pediatrica, redatto dal Prof. Luigi Ferini Strambi e dalla Dott.ssa Maria Paola Mogavero, Divisione di Neuroscienze, Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

L’insonnia in età pediatrica può manifestarsi con caratteristiche cliniche differenti rispetto agli adulti e con diversi fenotipi. Può presentare principalmente caratteristiche comportamentali, con presenza di due sottotipi principali e uno intermedio: insonnia associata all’addormentamento (Sleep-Onset Association Disorder, SOAD), nella quale il bambino ha bisogno di un oggetto per addormentarsi (per esempio un poppatoio, un orsacchiotto); quella caratterizzata dalla ritardata insorgenza del sonno, causata da un’impostazione inappropriata dei limiti e delle situazioni da parte dei genitori, con il bambino che si rifiuta di andare a letto o chiede ripetutamente attenzione ed un terzo sottotipo che consiste in un disturbo intermedio tra i due.

Un recente lavoro di Bruni e collaboratori, considerando le attuali limitazioni nella classificazione dell’insonnia pediatrica, propone un approccio clinico mirato ad una migliore definizione della fisiopatologia del disturbo e, pertanto, un trattamento farmacologico basato sul fenotipo clinico dell’insonnia e dei differenti probabili meccanismi biologici che la sottendono.

Vi è dunque l’insonnia caratterizzata da difficoltà nell’addormentamento e risvegli notturni multipli, che sembrerebbe essere associata ad una disfunzione del sistema istaminergico. Vi è poi l’insonnia con risveglio precoce al mattino, frequentemente osservata in bambini con ansia da separazione, insicurezza, irritabilità, disturbi dell’arousal, che si ipotizza sia correlata ad una disfunzione dei circuiti serotoninergici. Infine, vi è l’insonnia con irrequietezza motoria, tipicamente associata ad anemia da carenza di ferro e dolori della crescita, in cui si pensa sia relativa a una disfunzione dopaminergica.

Nell’articolo sulla Rivista RIPPS il Prof. Ferini Strambi e la Dott.ssa Mogavero illustrano le attuali opzioni terapeutiche dell’insonnia pediatrica ed i possibili approcci terapeutici futuri, alla luce dei nuovi modelli di valutazione dei diversi fenotipi clinici di insonnia, correlati a possibili meccanismi fisiopatologici differenti, proposti in letteratura.

Maria Paola Mogavero, commissione Divulgazione AIMS

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