incubi notturni

Gli incubi dei vostri figli non sono tutti uguali. Sapete cosa fare?

2 Dic 2022 ARTICOLI

La lingua italiana non ci aiuta. Conosciamo e usiamo solo il termine “incubi”. In realtà, due diverse classi di eventi terrifici si presentano durante la notte: il pavor nocturnus e i nightmares. Se vogliamo provare ad adattarli all’italiano, li chiameremo “terrori notturni” e “sogni terrifici”.

Le principali differenze tra i due fenomeni sono la fase del sonno in cui si manifestano e la presenza di consapevolezza. Il pavor nocturnus si presenta durante le prime ore del sonno e prevalentemente nella fasi più profonde del sonno, mentre i nightmares si manifestano durante la fasi Rem del sonno. In qualche modo spiegabile con la fase del sonno in cui si manifestano, nei casi di pavor non si conserva alcun ricordo del verificarsi dell’evento e -nella maggior parte dei casi- non ci si risveglia. Al contrario, i nightmares provocano risveglio e si conserva una vivida consapevolezza dell’esperienza terrifica del sogno. Non a caso la serie cinematografica horror omonima descriveva sogni terrifici (che diventavano realtà) in un gruppo di adolescenti.

Entrambe le tipologie di incubi sono delle parasonnie, cioè degli eventi inusuali che si presentano nel sonno. Entrambi sono molto più diffusi nei primi anni dello sviluppo e tendono a scomparire spontaneamente con l’adolescenza. Anche se in una percentuale molto minore, permangono nell’età adulta.

Pavor nocturnus

In un episodio tipico, il bambino si siede sul letto con un urlo agghiacciante (video: min 2:49). Calci e botte possono associarsi all’urlo. Gli occhi aperti rivelano uno sguardo terrorizzato. Tachicardia, sudorazione e respiro accelerato sono le altre caratteristiche costanti. Non si risponde alle voci e il risveglio è difficoltoso. Se risvegliato, il bambino appare molto confuso. Nelle più rare forme adulte si può associare a episodi di violenza nel sonno.

Interessa ben il 6.5% di tutti i bambini (tra 1-14.7% nei diversi studi) e tende a presentarsi tra i 4-12 anni. Nell’età adulta è molto meno frequente (2.2%). Di sicuro, presenta una consistente componente genetica, con elevata familiarità. Si associa frequentemente ad altre parasonnie, spesso sonnambulismo e sonniloquio. Come per queste ultime, alcuni fattori posso agire da fattori scatenanti (o esacerbanti): precedente privazione del sonno, stress fisico o emotivo, presenza di apnee ostruttive del sonno, sonno in ambienti non familiari, stati febbrili, alcool e abuso di droghe, periodo premestruale, rumori o luci.

Nightmares

I sogni terrifici sono di solito esperienze visive coerenti che sembrano reali, implicando un imminente pericolo fisico che provoca il risveglio. Stante la stretta associazione con il sonno Rem, sono più frequenti nell’ultima parte della notte. Sono caratterizzati dall’intera gamma delle emozioni negative: ansia, paura, terrore, rabbia, imbarazzo, disgusto. È anche possibile che si verifichi più di un episodio, spesso con temi simili, durante una stessa notte di sonno. Dopo il risveglio, i dettagli sono ricordati chiaramente. Un sogno inquietante che non provoca risveglio non si considera un nightmare. Si tratta semplicemente di un “brutto sogno”. Non diversi per caratteristiche, ma profondamente per eziologia, sono i sogni terrifici associati a traumi, che sono un vero e proprio sintomo patognomonico del disturbo post-traumatico da stress (PTSD).

Chiunque può, prima o poi, sperimentare l’esperienza di un sogno terrifico, soprattutto se in concomitanza con periodi di stress, ansia, affaticamento o sonno irregolare. Molto più frequenti nei bambini, nella fasi pre-adolescenziali Fino al 50% dei bambini può sperimentare almeno un nightmare, risvegliandosi e chiedendo l’aiuto dei genitori. Intorno ai 10 anni di vita si riscontra un picco di prevalenza degli episodi. Negli adulti (non affetti da Ptsd) è un’esperienza molto meno frequente, con una prevalenza femminile.

L’articolo completo sugli incubi in età evolutiva è disponibile su Huffington Post

Luigi De Gennaro, segretario AIMS

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