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Cambiamenti climatici e insonnia: quale relazione?

E’ ormai noto che l’insonnia rappresenta un disturbo estremamente diffuso nella popolazione generale.

Ogni anni, a causa dell’attuale crisi climatica, perdiamo circa 44 ore di sonno. Tale dato potrebbe peggiorare nei prossimi anni arrivando a 58 ore.

Nell’articolo di LIFEGATE vengono descritti i risultati di uno studio globale condotto su una vasta popolazione di partecipanti.

Lo studio ha previsto l’utilizzo di dispositivi di rilevazione automatica dei ritmi sonno-veglia, ed ha dunque reso possibile la raccolta di una mole immensa di dati in molteplici territori geografici.

I risultati di Minor e collaboratori affermano che durante le notti più calde si va a dormire più tardi e ci si sveglia prima.

Inoltre, tale effetto sarebbe accentuato nella popolazione di anziani, donne e soggetti a basso reddito.

La parola dell’esperto:

Prof. Luigi De Gennaro, Ordinario presso il Dipartimento di Psicologia della Sapienza di Roma e segretario dell’Associazione italiana di medicina del sonno (AIMS).

“Prima di tutto va chiarito che quella dei cambiamenti climatici sul sonno è un’influenza indiretta. Si tratta, cioè, di capire come innalzamento della temperatura, alluvioni, eventi atmosferici estremi, siccità e gelate giochino un ruolo nel peggiorare la qualità del sonno”

“Un quarto d’ora di ritardo nell’addormentamento sembra trascurabile ma non lo è affatto, per tre motivi. Il primo è che non siamo così lontani dalla soglia critica di latenza pari a 30 minuti, oltre la quale è più probabile sconfinare nella patologia. Il secondo motivo è che, quando si parla di riposo, anche un breve intervallo di tempo può impattare su aspetti rilevanti della nostra vita. Lo abbiamo dimostrato, ad esempio, con uno studio pilota sul posticipo dell’orario scolastico: l’ingresso in aula alle 9 anziché alle 8 ha consentito una maggiore durata del sonno, che a sua volta ha influito sui livelli di vigilanza degli studenti e migliorato l’attenzione e il rendimento a fine anno”.

APPROFONDIMENTO UTILE: CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEL DISTURBO D’INSONNIA

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