Sognando la fine della pandemia: uno studio longitudinale sui cambiamenti dell’attività onirica nel corso della pandemia

Le diverse ondate della pandemia da COVID-19 hanno fortemente influenzato le abitudini di vita e la salute mentale degli individui.

Molteplici indagini hanno riscontrato la presenza di alterazioni del sonno e dell’attività onirica nella popolazione italiana. L’articolo appena pubblicato su Nature and Science of Sleep (https://doi.org/10.2147/NSS.S410732) riporta i dati longitudinali raccolti nella primavera del 2020 e del 2021 su un ampio campione italiano con l’obiettivo di valutare i cambiamenti nelle caratteristiche dei sogni tra la prima e la terza ondata. In particolare, le modificazioni dell’attività onirica durante la pandemia sono state esaminate in funzione delle variazioni tra la prima e la terza ondata dell’indice di distress psicologico, misurato tramite la scala DASS-21. I partecipanti all’indagine (N = 728) sono dunque stati suddivisi in due gruppi; nello specifico, i soggetti che hanno ridotto il loro livello di disagio psicologico generale nella terza (T3) ondata rispetto alla prima (T1) sono stati definiti “Improved”, mentre i partecipanti con un livello di disagio generale invariato o aumentato sono stati definiti “Not- Improved”.

Coerentemente con la precedente letteratura pandemica, è stato osservato che la frequenza del ricordo onirico, degli incubi, dei sogni lucidi e l’intensità emotiva mostrano una riduzione durante la terza ondata rispetto alla prima. Inoltre, gli “Improved” riportano una frequenza di incubi e l’angoscia ad essi associata inferiori rispetto ai “Not-Improved”.

Con l’obiettivo di comprendere quali variabili potessero predire nei due gruppi gli incubi e la sofferenza ad essi relata, sono state effettuate delle regressioni. Esse hanno confermato che oltre all’età e al genere, un sonno maggiormente disturbato si associa alle caratteristiche dei nightmares. Inoltre, la scarsa igiene del sonno è risultato essere uno dei migliori determinanti del distress legato agli incubi nel gruppo “Not-Improved”.

Complessivamente, tali riscontri hanno rivelato che le persone hanno sperimentato una sorta di adattamento alla pandemia durante la terza ondata. Coerentemente con alcuni precedenti lavori, viene confermata la prospettiva secondo cui gli incubi e le loro variazioni nel tempo sono fortemente correlati al benessere umano, suggerendo, inoltre, che fattori socio-demografici e variabili legate al sonno potrebbero modulare la relazione tra salute mentale e caratteristiche oniriche.

Serena Scarpelli, comitato editoriale AIMS

Riferimento bibliografico:

Scarpelli, S., Alfonsi, V., Camaioni, M., Gorgoni, M., Albano, A., Musetti, A., … & Franceschini, C. (2023). Longitudinal Findings on the Oneiric Activity Changes Across the Pandemic. Nature and Science of Sleep, 435-447.

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