Lavoro a turni: ridurre gli errori medici

3 Gen 2020 ARTICOLI

Che impatto ha il lavoro a turni sulla prestazione lavorativa dei professionisti sanitari?

Gli errori medici e paramedici sono le terza causa di morte negli USA. In termini numerici, dopo le malattie cardiovascolari e il cancro si muore di errori legati alla pratica medica, cioè di errori di medici, paramedici e personale infermieristico. Un recente studio della Johns Hopkins University ha stimato che ogni anno nei soli USA muoiono più di 250.000 per errori medici. Qualcun altro sostiene che questa cifra debba essere elevata a 400.000 vittime all’anno.

L’errore umano (tra questi è da annoverarsi l’errore nelle pratiche mediche) è un fenomeno multi-causale. Tra questi, i principali sono legati alla sonnolenza, all’affaticamento e alle condizioni stressanti alle quali gli operatori sono esposti per via del lavoro a turni. Uno dei principali fattori alla base della sonnolenza e della fatica dipende dall’ineludibile regime di turnazione su 24 ore. Come è noto, il lavoro notturno si associa a una cronica alterazione del ritmo circadiano. Anche se è inevitabile che sempre maggiori attività lavorative necessitino di essere svolti sulle 24 ore, l’applicazione di principi circadiani può limitarne le conseguenze.

Il primo studio italiano sul personale infermieristico che lavora a turni ha dimostrato che durante il turno notturno (confrontato con quelli mattutino e pomeridiano) si registra un’aumentata sonnolenza e un incremento del senso di fatica. Questi due peggioramenti si associano a una deteriorata performance attenzionale degli infermieri.

L’articolo completo su Huffington Post

Luigi De Gennaro, comitato editoriale AIMS

Ulteriori approfondimenti utili nel sito

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