Nightmares in People with COVID-19: Did Coronavirus Infect Our Dreams?

Un’ampia letteratura ha dimostrato che la pandemia da COVID-19 sta avendo un impatto cruciale non solo sul sonno, ma anche sull’attività onirica. La frequenza dell’attività onirica hanno infatti subito un notevole incremento, specialmente durante la prima ondata di Coronavirus. Lo studio appena pubblicato su Nature and Science of Sleep (Scarpelli et al., 2022) indaga pioneristicamente le alterazioni dell’attività onirica nei pazienti che hanno contratto l’infezione. L’indagine fa parte del protocollo internazionale del consorzio ICOSS “International COVID Sleep Study“, che ha coinvolto, nel corso della prima ondata, più di 500 pazienti COVID, provenienti da 14 differenti paesi nel mondo. Nello specifico, 544 pazienti COVID sono stati confrontati con 544 soggetti di controllo. I risultati mostrano chiaramente che i pazienti COVID hanno riportato durante la pandemia una maggiore frequenza di incubi rispetto al gruppo di controllo. Inoltre, maggiori livelli di disagio psichico sono stati rilevati nei pazienti che hanno contratto il virus. Infine, la giovane età, la frequenza dei sogni, l’elevato rischio di sviluppare un disturbo post-traumatico da stress, l’ansia, l’nsonnia, la durata del sonno, e la severità dell’infezione da COVID-19 sono risultati essere i migliori predittori di una maggiore frequenza degli incubi tra i pazienti.Questi riscontri suggeriscono che le caratteristiche oniriche, e specialmente gli incubi, possono essere considerati possibili correlati dell’infezione da COVID-19. Si osserva che più le persone sono state colpite da COVID-19, e maggiore è l’impatto sul dreaming e sulla qualità della vita. Ancora una volta, dunque, l’attivitá onirica si configura come un elemento cruciale nella valutazione del benessere degli individui durante la pandemia. 

Serena Scarpelli, comitato editoriale AIMS

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