Genetica ed epigenetica delle ipersonnie rare

Nell’ultimo decennio il sequenziamento del genoma umano ed il progetto HapMap hanno prodotto progressi significativi nella nostra comprensione sul contributo della genetica in una vasta gamma di patologie. Inoltre, recentemente è emerso che gli effetti del pleiotropismo genico influenzano sia il sonno ed alcuni suoi disturbi (tra cui le ipersonnie), che altri disturbi neurologici. Il sonno è un fenomeno complesso regolato da ritmi circadiani, processo omeostatico e vari altri meccanismi, in gran parte mediati dalla regolazione genetica. Pertanto, genetica ed epigenetica ci consentono di evidenziare percorsi comuni a diverse patologie, con potenziali nuove prospettive terapeutiche.

In quest’ottica, una recente review ha valutato lo stato dell’arte della genetica e dell’epigenetica delle ipersonnie. L’obiettivo è stato quello di comprendere quali nuove prospettive terapeutiche potrebbero derivare dall’ausilio di queste branche in continua crescita, per il trattamento di tali disturbi del sonno.

In particolare, gli autori hanno focalizzato l’attenzione sulle connessioni tra la genetica ed alcuni disturbi centrali dell’ipersonnolenza: Narcolessia di tipo 1 e 2 (NT1, NT2), Ipersonnia Idiopatica (IH) e Sindrome di Kleine-Levin (KLS), per una migliore comprensione dei loro meccanismi eziopatogenetici ed una migliore definizione diagnostica e terapeutica.

Naturalmente, in considerazione dell’eterogeneità dei pazienti con ipersonnia, è importante sottolineare che questi approcci prevedono sempre la necessità di uno sforzo costante per ottenere un’anamnesi accurata e dati clinici/di laboratorio dettagliati, al fine di una corretta definizione diagnostica del disturbo.

In questa review appena pubblicata su Trends in Genetics, Mogavero et al evidenziano come gli studi di genetica ed epigenetica abbiano indubbiamente accumulato un importante corpus di evidenze nel campo delle ipersonnie, consentendo da un lato di comprenderne meglio l’eziopatogenesi, fornendo ulteriori biomarcatori di malattia (utili anche per la diagnostica differenziale) e suggerendo, dall’altro, possibili nuovi approcci terapeutici.

In particolare, sono necessari ulteriori studi soprattutto nel campo dell’epigenetica, che coinvolge meccanismi altamente mirati, modificabili e reversibili che, pertanto, potrebbero rivestire un potenziale ruolo nella modulazione di percorsi biologici coinvolti in maniera specifica nelle ipersonnie, nel contesto di un approccio di una medicina di precisione.

Un altro aspetto molto interessante è rappresentato dal ruolo della genetica e dell’epigenetica delle ipersonnie nell’ambito della cronoterapia, che sempre più si sta affermando e sviluppando per il trattamento di molteplici condizioni morbose (tumori, malattie neurodegenerative, infiammatorie e metaboliche) e che, quindi, potrebbe essere sviluppata anche in questa branca, considerando il comprovato ruolo dei geni circadiani in alcune ipersonnie.

Infine, sulla base di vie biologiche e genetiche comuni sia ad alcune ipersonnie che a patologie quali Sclerosi Multipla, Schizofrenia e Disturbo bipolare, sarebbe interessante valutare il possibile impiego di trattamenti farmacologici di comune uso in questi disturbi, anche per alcune tipologie di ipersonnie.

Naturalmente sono necessari ulteriori studi in questo campo pioneristico, prima di poter trarre conclusioni sulle prospettive terapeutiche future nell’ambito delle ipersonnie, sebbene le evidenze in merito forniscono dati promettenti.

Maria Paola Mogavero, commissione Divulgazione AIMS

Riferimento bibliografico:
Genetics and epigenetics of rare hypersomnia. Maria Paola Mogavero, Lourdes M. Del Rosso, Oliviero Bruni, Michele Salemi, Maria Salsone, Fabiana Novellino, Marco Zucconi, Luigi Ferini Strambi, Raffaele Ferri. Trends in Genetics, 2023. doi.org/10.1016/j.tig.2023.02.003.

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