AIMS e la scuola

23 Nov 2023 EVENTI

Dal 24 al 26 novembre 2023 si svolgerà a Milano il XXXIII Congresso Nazionale dell’Associazione italiana di Medicina del Sonno (AIMS). Il tema generale del Congresso è: “Il sonno: salute e qualità di vita in una società sostenibile”. Una società è definita sostenibile quando è in simbiosi con l’ambiente, quando utilizza in modo ottimale le risorse naturali, quando garantisce medesime possibilità di sviluppo e benessere a tutti i suoi componenti, in tutte le fasce di età. Preservare la qualità e la regolarità del sonno è un obiettivo fondamentale per la salute ed il buon funzionamento del singolo individuo, con significativi benefici sociali ed economici a livello generale.

Opening session “AIMS e la scuola”

Nell’ambito del Congresso, la sessione di apertura ha il titolo “AIMS e la scuola”, proprio per evidenziare l’importanza del sonno anche nelle fasi più precoci della vita. Di fronte ad una platea di studenti di età compresa tra i 12 e i 19 anni, con la moderazione di Francesco Fanfulla (Direttore Centro di Medicina del Sonno Istituti Maugeri di Pavia), attuale presidente AIMS, Luigi Ferini Strambi (professore ordinario di neurologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano) e Luigi De Gennaro (professore ordinario di psicobiologia all’Università La Sapienza di Roma) illustreranno gli aspetti fondamentali del sonno e le possibili conseguenze della privazione di sonno nella popolazione giovanile.

Il sonno nella popolazione giovanile

Secondo le raccomandazioni della National Sleep Foundation, i soggetti da 6 a 13 anni dovrebbero dormire dalle 9 alle 11 ore per notte, mentre i soggetti da 14 a 17 anni un tempo di 8-10 ore: un recente studio italiano condotto in 4321 soggetti ha mostrato che il 62% dei soggetti della prima fascia d’età, ed il 41% della seconda dorme meno di quanto raccomandato (1). Per quanto riguarda le differenze geografiche, i soggetti del nord Italia hanno riferito di andare a letto prima e di alzarsi prima rispetto ai coetanei del centro-sud. 

Nel passaggio da pubertà ad adolescenza ci sono sicuramente modificazioni dei ritmi circadiani che possono favorire una riduzione del sonno, in rapporto ad un ritardato rilascio di melatonina e ad un ritardato picco minimo di temperatura corporea (2). Ma ci sono anche fattori esterni da prendere in considerazione. In uno studio condotto a Varese in un campione di 972 studenti di età compresa tra 13 e 19 anni, il 30% ha riferito una quantità di sonno insufficiente ed il 38% difficoltà di addormentamento: nell’ora precedente il sonno, il 28% ha dichiarato l’uso del computer e oltre il 90% l’uso del cellulare (3).

Le conseguenze della privazione di sonno nei giovani

Ma quali sono le conseguenze della privazione di sonno nei giovani?  Studi longitudinali in ragazzi americani tra 11 e 17 anni hanno evidenziato che dormire meno di 6 ore per notte incrementa significativamente il rischio di sintomi di ansia e di depressione nell’anno successivo. Un altro recente studio americano in 8323 soggetti con età di 9-10 anni, seguiti per 2 anni e suddivisi in base al tempo di sonno (usando un cutoff di 9 ore), ha evidenziato che i ragazzi con minor tempo di sonno avevano più ridotte prestazioni cognitive, come pure un maggior rischio depressivo: i ricercatori hanno poi trovato una stretta connessione tra questi dati clinici e le modificazioni della risonanza magnetica in specifiche aree cerebrali, come le connessioni tra corteccia e nuclei della base, da una parte e il lobo temporale dall’altra (4).

Per quanto riguarda i possibili interventi per aumentare la durata del sonno nella popolazione giovanile, un recentissimo studio australiano ha valutato questo aspetto in 26 ricerche: gli interventi comportamentali (effettuati però soprattutto in laboratorio) sono risultati i più efficaci, seguiti dalla combinazione degli interventi comportamentali ed educazionali (5). Questo studio sottolinea comunque l’importanza di attuare strategie individualizzate, che tengano conto anche delle attitudini e delle caratteristiche genetiche del singolo.

Oltre agli interventi comportamentali ed educazionali esiste una promettente evidenza (6), anche in Italia (7), che il posticipo degli orari di inizio delle lezioni scolastiche si associ a una maggiore durata del sonno, minore sonnolenza diurna e migliore rendimento scolastico.

Riferimenti bibliografici

  1. Breda M et al. Sleep habits and sleep disorders in Italian children and adolescents: A cross-sectinal survey. J Clin Sleep Med 19: 659-72, 2023.
  2. Uccella S et al. Sleep Deprivation and Insomnia in Adolescence: Implications for Mental Health. Brain Sci. 2023, 13, 569.
  3. Nosetti L et al. Impact of pre-sleep habits on adolescent sleep: An Italian population-based study. Sleep Med 81: 300-306, 2021.
  4. Yang FN et al.  Effects of sleep duration on neurocognitive development in U.S. early adolescents: a propensity score matched, longitudinal, observational study. Lancet Child Adolesc Health, 2023.
  5. Gadam S et al. Interventions to increase sleep duration in young people: A systematic review. Sleep Med Rev 70: 2023
  6. Minges KE et al. Delayed school start times and adolescent sleep: A systematic review of the experimental evidence. Sleep Med Rev, 28, 2016
  7. Alfonsi V et l. The association between school start time and sleep duration, sustained attention, and academic performance. Nat Sci Sleep. 2020 12:1161-1172. 

Ulteriori approfondimenti utili all’interno del sito:

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