Sleep-Related Declarative Memory Consolidation in Children and Adolescents with Developmental Dyslexia

Il sonno riveste un ruolo cruciale nei processi di memoria e numerose indagini confermano che le variazioni elettrofisiologiche (EEG) durante il sonno siano espressione della maturazione corticale e dello sviluppo cognitivo. Sebbene negli ultimi decenni lo studio dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) abbia ottenuto una crescente rilevanza in ambito scientifico, rimangono ancora scarse le indagini volte a comprendere il ruolo del sonno in tali disturbi. Nello specifico, alcuni riscontri hanno evidenziato alterazioni sia del sonno che del dominio della memoria nei bambini con Dislessia Evolutiva. Tuttavia, sono ancora esigui gli studi che hanno approfondito tale relazione.

Il lavoro appena pubblicato sulla rivista Brain Sciences , nato da una collaborazione tra l’Università Sapienza di Roma e l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, aveva l’obiettivo di indagare la topografia EEG del sonno dei bambini con Dislessia Evolutiva e il consolidamento della memoria dichiarativa sonno-dipendente.

Hanno partecipato allo studio 11 bambini con dislessia e 18 soggetti di controllo (età compresa tra i 9 e i 14 anni). A tutti i partecipanti è stato somministrato un compito di memoria in cui veniva richiesto di ricordare coppie di parole prima e dopo un’intera notte di sonno, registrata mediante polisonnografia, per valutare il consolidamento della memoria dichiarativa.

Il gruppo di bambini con dislessia ha mostrato un tasso di peggioramento più elevato nel compito di memoria dopo la notte di sonno rispetto al gruppo di controllo. Inoltre, a livello topografico è stata rilevata una riduzione dei fusi lenti nelle aree occipito-parietali e fronto-centrali dell’emisfero sinistro. I risultati suggeriscono, dunque, specifiche alterazioni nell’EEG del sonno e nei processi di consolidamento della memoria sonno-dipendente nella Dislessia Evolutiva.

E’ opportuno considerare che, da un punto di vista traslazionale, lo studio delle alterazioni topografiche relate ai DSA potrebbero rappresentare un promettente target per interventi terapeutici volti a potenziare il funzionamento di specifici domini cognitivi.

Serena Scarpelli, comitato editoriale AIMS

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