Cognitive dysfunction in central disorders of hypersomnolence: A systematic review

Ipersonnie di origine centrale, quali sono le funzioni cognitive a rischio?

Non solo l’attenzione ma anche i processi decisionali e l’elaborazione delle emozioni sono compromessi nella Narcolessia di Tipo 1.

I pazienti affetti dalle malattie rare raggruppate nel capitolo delle ipersonnie di origine centrale lamentano frequentemente difficoltà di concentrazione, perdita di memoria e un rallentamento generalizzato dei processi di pensiero. Tuttavia, la documentazione oggettiva di queste problematiche ha spesso fornito risultati contrastanti.

Il team di ricercatori del Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di Bologna coordinati dal Prof. Giuseppe Plazzi in collaborazione con ricercatori dell’Università degli studi di Padova e del Marconi Institute for Creativity (MIC), ha analizzato sistematicamente una serie di studi che hanno indagato i deficit cognitivi manifestati da pazienti con ipersonnia centrale attraverso l’uso di test neuropsicologici e test neuropsicologici associati a metodiche di imaging cerebrale funzionale.

Lo studio, pubblicato su Sleep Medicine Reviews, ha revisionato criticamente i risultati di quarantotto studi pubblicati su riviste peer-review nell’arco temporale 2000-2020. Gli studi sono stati analizzati seguendo le principali categorie diagnostiche delle ipersonnie centrali: Narcolessia di Tipo 1, Narcolessia di Tipo 2, Ipersonnia Idiopatica e Sindrome di Kleine-Levin.

I risultati dei singoli studi sono stati raggruppati in macro domini cognitivi quali di Attenzione, Memoria, Funzioni Esecutive e Funzioni Cognitive di Ordine Superiore.

I ricercatori hanno dimostrato che i deficit del processo attentivo sono comuni fra pazienti affetti da Narcolessia di Tipo 1, di Tipo 2 e da Ipersonnia Idiopatica mentre le funzioni mnemoniche risultano in gran parte preservate.

Di notevole importanza è la constatazione che i pazienti con Narcolessia di Tipo 1 (a oggi l’ipersonnia più studiata da un punto di vista neuropsicologico) mostrano un profilo complesso di compromissione nelle funzioni cognitive di ordine superiore, con difficoltà nei processi decisionali e anomalie nell’elaborazione delle emozioni. Le abilità creative risultano invece maggiori in questi pazienti rispetto a controlli sani.

Marco Filardi, membro AIMS

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