Later School Start Time: The Impact of Sleep on Academic Performance and Health in the Adolescent Population
Il fabbisogno di sonno nel corso della vita varia notevolmente in funzione della specifica fascia d’età considerata. In adolescenza, si stima che la quantità di sonno necessaria a garantire un buon funzionamento dell’organismo sia di circa 8-10 ore per notte (Watson et al., 2017). A dispetto di tale dato, diversi studi indicano una durata media di sonno inferiore alle 8 ore nella quasi totalità della popolazione adolescente, definendo una condizione di cronica deprivazione di sonno.
Ma quali sono i principali fattori che determinano tale deprivazione? a quali conseguenze negative conduce? E, soprattutto, in che modo è possibile arginare tale fenomeno?
Nella rassegna della letteratura empirica appena pubblicata su International Journal of Environmental Research and Public Health è stata eseguita un’approfondita disamina degli studi fino ad oggi prodotta in merito a tali quesiti.
Approfondendo la natura della deprivazione di sonno in adolescenza, si osserva che la principale alterazione risiede in un vero e proprio “spostamento” della fase di sonno: gli adolescenti tendono ad addormentarsi e a risvegliarsi più tardi rispetto a bambini e adulti. Il consolidato modello dei due processi (Borbély, 1982) fornisce una parziale spiegazione di tale predisposizione, legata a modificazioni biologiche che provocano rispettivamente un ritardo nel rilascio di melatonina (processo circadiano) e una minore pressione verso il sonno (processo omeostatico). A produrre il conseguente stato di deprivazione di sonno concorrono ulteriori fattori causali di tipo socioculturale, come la frequente esposizione a luce artificiale (tablet, smartphone, computer ecc.) durante le ore notturne, l’incremento del carico di lavoro scolastico, la maggiore vita sociale notturna e, non meno rilevante, il precoce risveglio mattutino stabilito dall’inizio delle lezioni scolastiche.
La combinazione di fattori intrinseci ed estrinseci determina quella “tempesta perfetta” (Carskadon 2011) che conduce all’inevitabile manifestazione di conseguenze negative sulla salute fisica e mentale degli adolescenti, sulle loro capacità di apprendimento, sul conseguente rendimento scolastico ed infine sull’adozione di comportamenti a rischio (assunzione di droghe, incidenti stradali, bullismo ecc.).
La portata endemica di tale fenomeno ha spinto gli studiosi di tutto il mondo a ricercare delle possibili soluzioni in grado di neutralizzare, per quanto possibile, i molteplici risvolti negativi. In tal senso, la sperimentazione relativa al posticipo dell’orario di ingresso scolastico rappresenta certamente il tentativo maggiormente riuscito, attuato ormai da numerose scuole in diversi paesi del mondo.
Nella rassegna vengono messi in luce i risvolti positivi connessi al posticipo dell’orario di inizio delle lezioni, legati primariamente alla qualità e quantità del sonno (incremento della durata totale di sonno, riduzione della sonnolenza diurna, decremento del sonno di “recupero” durante il weekend) e secondariamente al miglioramento della salute e della performance scolastica (migliori risultati accademici, potenziamento delle funzioni attentive ed esecutive, riduzione di ritardi e/o uscite anticipate).
Accanto alla descrizione degli indubbi benefici del posticipo dell’orario scolastico, vengono inoltre esaminate le limitazioni della letteratura da un punto di vista metodologico e le difficoltà procedurali relative all’applicazione di tale intervento. Sebbene la gran parte degli studi dimostri un generico accordo nello stabilire l’efficacia complessiva dell’orario scolastico posticipato, non vi è altrettanta omogeneità nell’impianto metodologico adottato dai differenti studi, con la conseguente produzione di risultati talvolta contrastanti e difficilmente generalizzabili. Altrettanto rilevanti risultano le problematiche logistiche legate all’implementazione del posticipo, riferite ai possibili costi economici e sociali principalmente derivanti dallo stravolgimento delle tempistiche del trasporto pubblico scolastico o delle attività ludiche e sportive pomeridiane.
Alla luce di tali aspetti, la parte conclusiva della rassegna mira a fornire delle possibili indicazioni per la progettazione di futuri studi, con lo scopo ultimo di incentivare ulteriori ricerche in tale ambito, finalizzate a delineare protocolli realizzabili e adeguati sia ai bisogni degli adolescenti che alle esigenze della società. Dunque, sebbene alla base del debito di sonno in adolescenza vi siano predisposizioni biologiche innate e immodificabili, agire direttamente su aspetti socioculturali mediante l’adeguamento dell’orario scolastico rappresenta una soluzione non solo percorribile, ma anche fondamentale per preservare il benessere psico-fisico di questa popolazione. Inoltre, tale contromisura comporta una serie di vantaggi nel lungo termine sul piano economico e sociale, che sottolineano ancora una volta l’importanza di una futura attuazione di questo tipo di intervento.
Valentina Alfonsi, membro AIMS
Riferimenti bibliografici:
- Watson, N.F.; Martin, J.L.; Wise, M.S.; Carden, K.A.; Kirsch, D.B.; Kristo, D.A.; Malhotra, R.K.; Olson, E.J.; Ramar, K.; Rosen, I.M. Delaying middle school and high school start times promotes student health and performance: An American Academy of Sleep Medicine position statement. J. Clin. Sleep Med. 2017, 13, 623–625.
- Borbély, A.A. A two process model of sleep regulation. Hum. Neurobiol. 1982, 1, 195–204.
- Carskadon, M.A. Sleep in adolescents: The perfect storm. Pediatr. Clin. 2011, 58, 637–647.
Ulteriori articoli divulgativi in merito: https://www.huffingtonpost.it/luigi-de-gennaro/tuttaunaltrascuola-se-il-sonno-facilita-lapprendimento-spostiamo-gli-orari-delle-lezioni-scolastiche_b_9282820.html