Electrophysiological Correlates of Dream Recall During REM Sleep: Evidence from Multiple Awakenings and Within-Subjects Design

Negli ultimi decenni, numerose indagini hanno tentato di individuare i correlati elettrofisiologici (EEG) del ricordo onirico. Molteplici studi sono stati realizzati allo scopo di verificare in che modo i fattori circadiani ed omeostatici potessero influenzare le caratteristiche oniriche. Peraltro, alcuni protocolli hanno tentato di comprendere se fossero caratteristiche stabili dell’EEG dell’individuo o fattori di stato a favorire il ricordo onirico al risveglio.

Nel complesso, la letteratura riporta risultati che sembrano convergere verso due principali ipotesi. Da un lato, alcuni riscontri supportano l’ipotesi che vi sia una continuità tra i meccanismi neurali responsabili delle memorie episodiche in veglia e nel sonno. A livello elettrofisiologico il theta frontale (5-7 Hz) sembra essere l’espressione di tale meccanismo di elaborazione e consolidamento delle memorie dichiarative. D’altra parte, ulteriori indagini appaiono coerenti con l’idea che una maggiore attivazione nelle aree posteriori, favorirebbe l’esperienza onirica e il suo ricordo (Ipotesi di Attivazione).

Il lavoro appena pubblicato su Nature and Science of Sleep aveva l’obiettivo di testare le due ipotesi menzionate al risveglio da sonno REM, analizzando l’attività delta (0.5-4 Hz), theta (5-7 Hz) e beta (16-24 Hz), all’interno di un protocollo di risvegli multipli e within-subjects, tenendo, dunque, sotto controllo sia il fattore omeostatico che di “tratto”.

Ventisette soggetti sani (età media 24.16 anni) sono stati registrati mediante polisonnografia (28 canali corticali EEG). In seguito a ciascun risveglio notturno da sonno REM, il soggetto veniva invitato a riportare la presenza o assenza del ricordo onirico. Sono stati inclusi nel campione finale soltanto i 10 soggetti che hanno ottenuto la condizione di Ricordo (REC) e Non-ricordo (NREC) onirico sia durante la prima parte della notte (1°-2° ciclo di sonno) che durante la seconda parte della notte (3°-4° ciclo di sonno). L’analisi spettrale è stata eseguita per gli ultimi 5 minuti di sonno REM precedenti a ciascun risveglio.

Le analisi statistiche per misure ripetute (ANOVA Recall x Time) hanno consentito di osservare un effetto significativo per il fattore “Recall”, ma non per il fattore “Time”. Nello specifico, la condizione di ricordo (REC) era associata ad una maggiore attività beta (16-24 Hz) nell’area occipitale, indipendentemente dal momento della notte in cui il soggetto veniva risvegliato. Peraltro, una ulteriore analisi è stata effettuata su un indice sintetico di attivazione (Delta/Beta). I confronti statistici sull’indice di attivazione, coerentemente con il precedente riscontro, hanno evidenziato nella condizione di REC una maggiore attivazione nell’area parietale destra rispetto alla condizione di NREC.

In linea con i precedenti studi (eg., Siclari et al., 2017), il presente lavoro fornisce prove a favore dell’Ipotesi di Attivazione, mostrando che una maggiore desincronizzazione corticale durante il sonno REM favorisce il successivo ricordo onirico. Inoltre, la topografia osservata sembra confermare che la regione parieto-occipitale sia particolarmente coinvolta nell’elaborazione del sogno, così come evidenziato in ambito neuropsicologico (Solms, 2000). Infine, il disegno per misure ripetute ha consentito di verificare che i pattern EEG del ricordo onirico sono dipendenti da fattori di stato, relativi allo specifico scenario fisiologico da cui il soggetto viene risvegliato.

Serena Scarpelli, comitato editoriale AIMS

Riferimenti bibliografici

  • Siclari, F., Baird, B., Perogamvros, L., Bernardi, G., LaRocque, J. J., Riedner, B., … & Tononi, G. (2017). The neural correlates of dreaming. Nature neuroscience20(6), 872. 
  • Solms, M. (2000). Dreaming and REM sleep are controlled by different brain mechanisms. Behavioral and Brain Sciences23(6), 843-850.
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