AIMS in campo per contrastare i disturbi del sonno durante il confinamento

27 Apr 2020 ARTICOLI

di Rita Bartolomei

Sono già mille le telefonate arrivate al punto di ascolto aperto per la pandemia dall’AIMS, scesa in campo per contrastare i disturbi del sonno durante il confinamento.

La società scientifica presieduta dal professor Giuseppe Plazzi sta studiando proprio le conseguenze dell’autoisolamento.

Sono tremila ormai i questionari arrivati da ogni parte d’Italia, i volontari sono persone di ogni età. Ricerche simili si stanno portando avanti in molte altre parti del mondo.

Sì, perché il virus è invisibile. Eppure prende forma nelle nostre ossessioni. L’ultima frontiera della pandemia è quella dell’inconscio. Che cosa sogniamo nei giorni del lockdown? Come sono le notti per centinaia di milioni di persone recluse in casa? Dall’Italia alla Francia all’America gli scienziati provano a rispondere. Per capire quali tracce lasci l’isolamento. Meno ricordi più incubi, ansia e disturbo post traumatico da stress, come accade dopo un terremoto. Questi sono fin da ora i tratti comuni. C’è chi sogna di ammalarsi o di essere addirittura in punto di morte, contagiato dalla malattia. E c’è chi trasforma la paura in immagini d’orrore come stragi, insetti, mostri.

«Si dorme e quindi si sogna di più ma le persone hanno più incubi», conferma il professor Plazzi. Il questionario dell’AIMS intreccia domande sulla qualità e i disturbi del sonno, i risvegli improvvisi e l’isolamento. «Il nostro obiettivo – chiarisce lo scienziato – è di ripeterlo quando saremo fuori da questa situazione».
Oggi è più intenso il contenuto emozionale del sogno, «spesso ci si sveglia con agitazione, tachicardia, sensazione di paura e disorientamento – elenca il professore – . Tutto questo è molto più rappresentato nel periodo che stiamo vivendo. Nel questionario indaghiamo anche la sindrome post traumatica da
stress, una delle condizioni della pandemia. Come dopo un terremoto? Non direi. Perché qui la terra trema ancora».
Ci sono le persone isolate a casa, «ma anche gli operatori sanitari come il sottoscritto, sicuramente la nostra vita è molto cambiata, non tutti siamo medici d’urgenza». Anche per i camici sono notti (insonni), con incubi da Coronavirus.

Di seguito l’articolo completo sull’iniziativa dell’AIMS, scesa in campo per contrastare i disturbi del sonno durante la pandemia.

Ulteriori approfondimenti utili nel sito:

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