Effects of mandibular advancement device for obstructive sleep apnea on temporomandibular disorders: a systematic review and meta-analysis

I dispositivi di avanzamento mandibolare (MAD) riducono la possibilità di collasso delle pareti faringee determinando così l’ampliamento dello spazio aereo orofaringeo mediante l’avanzamento della base della lingua e lo stiramento della muscolatura palatofaringea. A causa dell’azione sui muscoli masticatori, sui legamenti e sul tessuto retro-discale a seguito del riposizionamento forzato della mandibola in una posizione avanzata, i MAD sono stati considerati controindicati nei pazienti affetti da patologie muscolo-scheletriche del sistema masticatorio, i cosiddetti disordini temporomandibolari (DTM), disturbi ad andamento altalenante nel tempo, caratterizzati da dolore cronico a carico dei muscoli masticatori e delle articolazioni temporomandibolari. La prevalenza dei DTM nella popolazione generale può arrivare anche al 30%. Poiché i MAD, mantenendo la mandibola in posizione avanzata, dislocano i condili anteriormente e provocano uno stiramento meccanico dei principali muscoli masticatori, molti autori e clinici considerano i DTM una controindicazione alla terapia con MAD, anche se le linee guida delle società scientifiche internazionali non si sono mai espresse chiaramente al riguardo. Dal momento che la terapia con MAD nel paziente OSAS è una terapia “a vita”, è importante capirne gli effetti sulle strutture muscolo-scheletriche.

Al tal fine è stata condotta una revisione sistematica con metanalisi per valutare gli effetti della terapia con MAD sui segni e sintomi di DTM. Lo studio è uscito sulla rivista Sleep Medicine Reviews nel dicembre 2019. Sono stati inclusi 12 articoli che valutavano la prevalenza di segni e sintomi di DTM con metodi validati in pazienti OSAS prima dell’inizio della terapia con MAD e con un follow-up medio di 1 anno. È stato calcolato l’Odds Ratio (OR), ovvero la probabilità che il MAD aumenti o diminuisca la prevalenza di DTM; i risultati indicano che l’OR è sempre <1.

Di conseguenza si può concludere che i DTM non possono essere considerati una controindicazione alla terapia con MAD; anzi in alcuni casi potrebbero essere considerati un fattore protettivo e/o migliorativo di un DTM preesistente.

E’ tuttavia sicuramente importante indagare con ulteriori studi questi aspetti con una ricerca metodologicamente mirata a stabilire le correlazioni tra DTM e terapia con MAD.

Considerata l’elevata prevalenza dei DTM, i risultati di questa pubblicazione sono molto rilevanti sia dal punto di vista clinico che da quello della ricerca perchè smentiscono le attuali linee guida che suggeriscono l’esclusione dei pazienti OSA affetti da DTM dalla terapia con MAD.

I DTM hanno un andamento altalenante e potrebbero comparire anche in corso di trattamento, pertanto la gestione della terapia con MAD deve essere affidata ad un odontoiatra esperto in medicina del sonno e DTM e che monitori il paziente nel tempo. A tale scopo viene proposto dagli autori uno specifico albero decisionale per la gestione di pazienti OSAS in terapia con MAD.

Giulio Alessandri-Bonetti, consigliere AIMS

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